Salviamo La Rocca ha incontrato lo scorso 9 novembre l’amministrazione comunale di San Giuliano Terme, presentando una nuova proposta per sbloccare il percorso di recupero della Rocca di Ripafratta.
Come chi ci segue sa bene, dopo il fallimento del percorso avviato con la Fondazione Pisa, il sindaco aveva chiesto alla famiglia Camici Roncioni, proprietaria del bene storico, la donazione al comune di San Giuliano della Rocca, per poter avviare le pratiche di progettazione e ricerca finanziamenti. Purtroppo, dopo una prima risposta negativa, a cui era seguita un’ulteriore lettera di chiarimento da parte dell’amministrazione comunale, non c’erano più stati riscontri da parte della proprietà
Adesso Salviamo La Rocca, forte delle oltre 3.000 firme raccolte a sostegno del suo operato, ha presentato al sindaco, al vicesindaco e all’assessore alla cultura, una propria idea di percorso, che permetta di sollevare il Comune dagli oneri relativi all’acquisizione, gestione, progettazione. L’idea è quella di costituire un ente terzo, un’associazione riconosciuta, i cui soci siano il Comune, Salviamo La Rocca, e altre realtà istituzionali e associative del territorio; un’ente che possa fare attivitò di fundraising e crowdfunding, coinvolgendo tanto i cittadini quanto le fondazioni e le aziende del territorio, per poter poi ragionare di proprietà e gestione del bene storico, dialogando con gli attuali proprietari per capirne le intenzioni.
Un percorso non facile, che però presenta numerosi punti di forza, a cominciare dall’avere un soggetto giuridico che si dedichi esclusivamente a questo progetto e che abbia più flessibilità e discrezionalità di un’amministrazione pubblica, garantendo al tempo stesso l’apertura al territorio, il coinvolgimento dei cittadini e l’assenza di lucro che un privato non potrebbe garantire. Peraltro, enti no profit come quello proposto presentano vantaggi non indifferenti sul piano economico, gestionale e finanziario, nel caso dovesse trovarsi a lavorare appunto sulla gestione del bene storico.
L’amministrazione comunale si è detta favorevole e molto interessata all’idea, che porterà anche al tavolo dei comuni dei Monti Pisani.
Da parte nostra, nelle prossime settimane convocheremo un primo comitato composto dalle realtà che avranno mostrato interesse per questa soluzione.
Inoltre, un nostro gruppo di lavoro (composto da nostri soci e persone con esperienza di gestione aziendale) sta realizzando un approfondimento proprio sui modelli di gestione economica (la criticità sollevata da ASK a suo tempo), confrontando le altre realtà simili sul territorio toscano (castelli, rocche, fortezze) con esperienze di successo. I risultati del nostro studio saranno resi noti entro l’anno.
“L’associazione ha deciso di prendere l’iniziativa in prima persona, con una proposta innovativa e pragmatica. Siamo consapevoli che il nuovo percorso che proponiamo è tutto da costruire, e che potrebbe subire cambiamenti in corso d’opera, ma la vediamo come l’unica proposta in grado di sbloccare finalmente l’impasse. Il degrado del bene storico non aspetta i tempi della burocrazia”, è la dichiarazione ufficiale dell’associazione Salviamo La Rocca. “Ovviamente siamo disponibili ad ascoltare i pareri e le opinioni di tutti, a cominciare dalla proprietà, per capire se in effetti la cessione (onerosa o meno) è possibile e in che termini potrebbe essere coinvolto questo nuovo ente“.
In tutto questo, l’Università di Pisa sta già lavorando, con il prof. ing. Marco Giorgio Bevilacqua e i suoi studenti, al progetto di recupero vero e proprio (dapprima a livello di visione generale, rifunzionalizzazione e gestione, poi in seguito anche con un progetto tecnico), e speriamo nei prossimi mesi di vedere già i primi risultati.
4 commenti su “La nostra proposta per il futuro della Rocca”
Ma perché non interessate il F.A.I.? Loro ce la ferebbero.
Abbiamo già contattato il FAI di Pisa e non ci hanno dato speranze sul fatto che possano acquisirla e recuperarla, ma possono solo a dare un supporto alla nostra campagna. In questa fase è fondamentale definire la questione della proprietà, e purtroppo su questo il FAI non ci è d’aiuto.
Salve, ho visitato la Rocca di Ripafratta grazie alle giornate del Fai di primavera il 25 marzo 2018 e sono rimasta colpita sia dalla storia della Rocca (sapientemente spiegata da uno storico) sia dalla situazione di degrado in cui si trova ora la Rocca. Essa è un bene pubblico e dovrebbe essere recuperata prima che il tempo e la vegetazione la rovinino. Sarebbe bello se la Rocca entrasse a far parte dei luoghi del cuore del Fai e venisse votata da molte persone in modo che all’associazione “Salviamo la Rocca” giungano dei finanziamenti per riuscire in futuro a recuperare la Rocca.
Grazie per i complimenti Selene! La maggior parte del merito va certamente al fascino della Rocca stessa! Noi ci diamo da fare in ogni modo, purtroppo finché resta proprietà privata ha poche possibilità di essere salvata. Ci battiamo anche per questo. Continuate a sostenerci e a partecipare alle nostre iniziative!