Il 2018 è agli sgoccioli, tempo di tirare le somme.
È stato un anno intenso per la nostra associazione, e non per modo di dire. Come abbiamo rimarcato durante la festa di fine anno presso il Molino mediceo di Ripafratta, è stato un anno di lavoro continuo: in inverno/primavera per le varie visite guidate alle fortificazioni del territorio (per la prima volta strutturate in un ciclo durato diversi mesi), poi per la VI Festa della Rocca, quindi per la raccolta firme dei Luoghi Del Cuore FAI – durata ben 6 mesi e conclusasi per ora con un bel 5° posto regionale – e per la giornata di visite alla Rocca nel Settembre Sangiulianese (oltre 300 persone), quindi per la grande iniziativa di fine anno con soci e amici nella cornice al Molino.
Nell’arco del 2018 abbiamo portato centinaia di visitatori a Ripafratta, con un impegno in ottica di promozione e organizzazione turistica non indifferente.
Un anno in cui i nostri volontari non si sono risparmiati: grazie a tutti loro adesso il nostro movimento è conosciuto, rispettato e apprezzato, e la Rocca è sempre più presente sui media, nelle “stanze che contano”, nei discorsi pubblici.
Tuttavia, nonostante l’impegno massiccio di tante persone (e tante davvero), soci, collaboratori, associazioni amiche, ancora una volta chiudiamo il 2018 senza un risultato concreto per la salvezza della Rocca.
Ormai sta diventando un ritornello fastidioso: ogni anno, a dicembre, dobbiamo constatare che la nostra associazione cresce sempre di più, in numero, visibilità e rispettabilità, ma il risultato resta lontano. È vero, non stiamo parlando di un obiettivo che si raggiunge dall’oggi al domani. Ma almeno un passo avanti ce lo aspettiamo, e crediamo legittimamente.
Per cui, arrivati a questo punto, non possiamo che lanciare un appello alle istituzioni pubbliche, che sono le uniche da cui giustamente possiamo e dobbiamo pretendere attenzione, interessamento, atti concreti. Non lasciate soli i cittadini che chiedono giustizia per questo monumento e per il futuro di questo territorio.
Ci rivogliamo certamente al Comune di San Giuliano Terme – con il quale comunque ci sono aggiornamenti costanti e al quale già chiediamo impegni e azioni concrete nei vari incontri periodici – ma ci rivolgiamo anche alla Regione Toscana e al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali. Il momento è adesso, battete un colpo, prendete in mano la questione.
Da tempo abbiamo cercato, con qualche successo, di coinvolgere la Regione interessandola del problema. Con l’assessore al turismo Stefano Ciuoffo, negli scorsi mesi, c’è stato anche un incontro in cui abbiamo presentato la Rocca e le sue condizioni, ottenendo attenzione e interessamento. Che adesso devono necessariamente concretizzarsi.
Il Ministero è stato interessato direttamente dall’amministrazione di San Giuliano, in seguito a una mozione votata all’unanimità in consiglio comunale, e sollecitato con una recente interrogazione parlamentare dall’on. Ciampi. Anche dal Mibac quindi ci aspettiamo una presa di posizione, e che la Rocca diventi finalmente un bene attenzionato a livello sovra-regionale.
Non lasciate soli i cittadini che lavorano per questo obiettivo. Sono persone che sacrificano tempo e denaro per un bene comune, che non è solo la Rocca, ma tutto questo territorio che dal recupero del monumento verrebbe trasformato per sempre, e in meglio.
Fate un passo concreto: i proprietari della Rocca sono da sempre disponibili alla cessione, seppur onerosa. Si prenda in mano la situazione, si facciano i passi concreti necessari: la Rocca di Ripafratta diventi una proprietà pubblica, a servizio dello sviluppo del territorio, come lo è sempre stata, dai tempi della Repubblica di Pisa e anche prima.
Le azioni di messa in sicurezza e consolidamento strutturale sono operazioni ingenti, lo riconosciamo, ma ci sono fior fior di casi simili di successo, anche in Toscana: e tutti hanno in comune l’impegno congiunto di cittadini e associazioni con le istituzioni pubbliche.
Senza il sostegno delle istituzioni pubbliche, non si va da nessuna parte in questa fase. Facoltosi investitori privati non se ne vedono e, come detto più volte, andrebbero comunque verificate le loro intenzioni: la Rocca non è un bene isolato, in cima a una rupe, o sperduto nelle campagne, né è situato in un contesto cittadino, ma è strettamente integrata con la sua comunità e il suo paesaggio. Occorre mantenere questo legame, anzi valorizzarlo, e crediamo che per il momento le uniche a tutelare questo interesse pubblico possano essere le istituzioni.
Per cui, a Comune, Regione e Ministero chiediamo: fate vostra questa istanza, intervenite ORA. E l’appello lo estendiamo ai consiglieri regionali e ai parlamentari del nostro territorio.
La disponibilità dei privati a trattare c’è, il supporto della cittadinanza, del mondo accademico, dell’associazionismo, del territorio tutto, c’è. Le prossime settimane saranno cruciali, ci sono scadenze importanti e il percorso si trascina da oltre dieci anni. Non possiamo accettare altri proclami, atti formali, lettere, dichiarazioni di impegno, difficoltà che spuntano fuori all’improvviso, imprevisti. Stavolta, come cittadini e come associazione, ci possiamo accontentare solo dei risultati.