Il disastro di Rigoli – di cui ancora non si conoscono bene i contorni – chiama cittadini ed istituzioni ad una presa di coscienza.
Anche Ripafratta si trova, forse più di ogni altro paese del Comune di San Giuliano, in una situazione idrogeologica molto complessa. I monti a ridosso, e poi il Canale Macinante (che passa in buona parte sotto il paese), il canale Ozzeri e il fiume Serchio nel giro di pochi metri.
Anche da noi, come su tutto il territorio, servono due cose per garantire la sicurezza:
1. che le istituzioni intervengano con i loro “mezzi pesanti”: fondi, piani strutturali, interventi straordinari di messa in sicurezza. Pensiamo al problema di via Silvestro Lega, che diventa un torrente quando piove, ma anche al colle della Rocca – da sempre sotto controllo a causa di un movimento franoso – e ai tanti fossi e canali che da Farneta alle Corti non riescono a smaltire le piogge abbondanti.
2. che gli abitanti del territorio tornino ad avere un rapporto con la terra e con l’acqua. Ormai è chiaro che una manutenzione interamente affidata alle istituzioni è impensabile. Bisogna sensibilizzare i cittadini – e questo spetta anche alle associazioni – a prendersi cura almeno dei pochi metri quadri che circondano casa. Per cominciare. L’ideale sarebbe poi arrivare ad una gestione comunitaria del territorio. Possiamo dirlo? Come un tempo. Vedere qui sotto per credere.
Passate le emergenze, proporremo a istituzioni e cittadini di intraprendere un percorso su questo tema.